Narratori toscani dell'Ottocento by AA. VV

Narratori toscani dell'Ottocento by AA. VV

autore:AA. VV. [Vv., Aa.]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Utet
pubblicato: 2016-02-23T23:00:00+00:00


Frontespizio della prima edizione di Napoli a occhio nudo di Renato Fucini

(Firenze, Le Monnier, 1878).

Son troppi quelli che abbisognano di lavoro, di fronte al movimento industriale e commerciale del paese, onde molti, lo ripeto, rimangono involontariamente inoperosi; ma quando offriamo loro da lavorare, è un’atroce calunnia, almeno ora, il dire che lo ricusano perché hanno mangiato. Sono stato troppe volte e sul molo e nei quartieri poveri, dove abbondano gli sdraiati e gli addormentati e troppe volte ho fatto la prova, destandoli e incaricandoli di qualche piccola commissione e qualche volta anche grossa e faticosa, e non mi son mai sentito rispondere il famoso aggio magnato. Sorgono in piedi come se scattassero per una molla, si stropicciano gli occhi e per pochi centesimi si mettono alle fatiche più improbe, fanno due chilometri di strada correndo, e ritornano ringraziandovi, domandandovi se comandate altro, e scaricandovi addosso un diluvio di eccellenze e di don, come se avessero da voi ricevuto il più grosso favore del mondo.

Li ho osservati nelle loro botteghe, passando per le vie, ed ho visto che lavorano; sono stato a visitare opifici e ne sono uscito con le mie convinzioni più radicate che mai. Non contento de’ miei occhi, ne ho domandato ad alcuni direttori di stabilimenti manifatturieri, non napoletani e perciò non pregiudicati, e tutti mi hanno confermato nella mia scismatica opinione. Chi ha gambe venga e chi ha occhi veda, e dopo, se è onesto, dovrà convenire con me che lo sbadiglio lungo, sonoro, spasmodico, che quell’aspetto di prostrazione fisica, che quelle fisonomie assonnate e quasi sofferenti per la noia che s’incontrano specialmente nelle città di secondo ordine delle altre provincie, fra le quali non ultima la nostra leggiadra Toscanina, a Napoli non le troverà certamente; e giri, e cerchi, e osservi pure a suo piacere, assolutamente non le troverà.

Il temperamento di questa gente è troppo nervoso, è troppo adusto da poter la linfa concorrere efficacemente insieme col clima a spossarlo del tutto; per cui quando hanno da lavorare lavorano, e la loro opera è intelligente e produttiva al pari di quella di qualunque altra popolazione della penisola. — Mi sarò anche ingannato, ma non lo credo.

Date Caesari quod Caesaris est, c’insegnò il Cianchi bon’anima, maestro di rettorica; e giacché sono entrato nello sdrucciolo delle eresie, mi scappa la voglia di seguitare, e seguito. La seconda eresia la comincerò in forma di preghiera, pregandoti che, quando capiterai in questo paese benedetto dalla provvidenza, in questa terra privilegiata del canto e del sentimento musicale, tu sfoderi gli orecchi, tu giri nei quartieri del popolo e tu ascolti. Principierai la tua peregrinazione immaginandoti di dover inciampare ad ogni svoltata di via in comitive di giovani spensierati i quali se ne vadano rallegrando la poesia della notte coi loro canti, con le loro armonie di chitarre, di flauti e d’organini, come ti accadrà ad ogni passo in Toscana, e come ti accadeva incontrare spesso a Milano, a Venezia, e sui laghi; ma tutte le illusioni presto ti spariranno. Qualche truppa



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